L’insonnia che cos’è
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (redatto dall’APA: American Psychiatric Association) noto come DSM definisce l’insonnia come una condizione di insoddisfazione relativa alla quantità o qualità del sonno che può portare una netta riduzione della funzionalità nelle varie aree (sociale, comportamentale, occupazionale)
L’insonnia è un disturbo molto diffuso che si caratterizza da una costante difficoltà di inizio, durata, mantenimento e soprattutto qualità del sonno. Soffrire di insonnia non significa solo passare nottate con gli occhi spalancati oppure svegliarsi molte volte nel cuore della notte. Soffrire di insonnia significa trascinarsi per tutto il giorno quel senso di spossatezza, di stanchezza accumulata nel corso delle nottate che paiono interminabili, significa compromettere la qualità della vita, significa convivere con la paura di cosa accadrà la notte successiva.
Diversi tipi di insonnia
L’insonnia può essere classificate sulla base di diversi criteri:
Durata: In questo caso possiamo parlare di insonnia transitoria (dura in genere qualche giorno ed è solitamente collegata a eventi di stress acuto quali viaggi con fuso orario, ricoveri ospedalieri, ecc) insonnia acuta (dura da 1 a 4 settimana in cui la persona fatica a dormire) insonnia cronica (dura più di 1 mese e richiede l’intervento di uno specialista per una valutazione diagnostica)
Insorgenza: Sulla base di tale variabile si parla di insonnia iniziale (caratterizzata da una difficoltà ad addormentarsi quando si è a letto), insonnia terminale ( si tratta di un risveglio precoce quando fuori è ancora buio, prima dell’alba), insonnia centrale ( le persone tendono a svegliarsi nel cuore della notte e con difficoltà e a volte senza successo riescono a riprendere sonno in modo intermittente)
Cause: L’insonnia viene classificata come primaria nel caso in cui non vi siano evidenze patologiche che la generano oppure secondaria se riconducibile a elementi esterni come stress, traumi o a vere patologie come depressione, ansia, malattie cardiache ecc.
Abitudini che peggiorano il sonno
Vi sono degli stili comportamentali che possono inficiare la qualità o la quantità del nostro sonno indipendentemente dal fatto di soffrire o meno di insonnia. Vediamone alcuni:
- Troppa caffeina: Evitare prima di andare a dormire e comunque dopo cena di bere “l’ultimo caffè” proprio perchè la caffeina tende a stimolare alcune reazioni fisiche che vanno in contrasto con la fase dell’addormentamento.
- Alcol prima di dormire: L’alcol tende ad alterare i cicli del sonno, causando più risvegli e diminuendo le fasi più importanti del sonno profondo.
- Cenare in modo abbondante: in questo caso mettiamo al lavoro il nostro corpo in un processo di digestione che può compromettere il riposo notturno
- Uso di tablet e altri dispositivi: L’impatto che i dispositivi elettronici hanno sul sonno è stato studiato in maniera più approfondita nel 2013. La ricerca effettuata, e poi pubblicata sul Journal of Sleep and Sleep Disorders Research mirava a verificare se c’era una correlazione tra la vicinanza di un dispositivo elettronico e la produzione di melatonina (ormone che regola i cicli sonno/veglia e che è prodotta in assenza di luce) da parte del nostro corpo. E’ stato dimostrato che la secrezione di melatonina diminuisce, praticamente l’utilizzo di smartphone, pc o tablet di notte prima di andare a dormire fa quasi capire al nostro cervello che invece “sia quasi giorno” con tutte le conseguenze del caso.
Controllare il sonno
Le persone che soffrono di insonnia spesso cercano di controllare il loro sonno. Si impongono di addormentarsi, sforzandosi in tutti i modi di cadere tra le braccia di Morfeo. convogliano tutte le loro energie e i loro pensieri nel tentativo di far accadere ciò che è naturalmente un processo spontaneo. Proprio mettendo in atto tali azioni le persone inconsapevolmente vanno incontro ad un fenomeno paradossale per cui più cerco di addormentarmi più rimango sveglio, vanno quindi a consolidare il loro problema anzichè risolverlo. Questo proprio perchè il sonno è un processo spontaneo che per aver luogo non deve essere “contaminato” da sforzi cognitivi e volontari.
Alcune strategie
Una delle grandi paure di chi soffre di insonnia è propria quella di non addormentarsi e come abbiamo visto questa paura muove le persone verso l’illusione di controllare il processo del sonno creando un circolo vizioso che porterà inesorabilmente all’ennesima nottata in bianco. Proprio per questo accanto alle buone abitudini che si evincono dal paragrafo legato ai comportamenti che peggiorano il sonno, alcune strategie mirano a rompere questo circolo vizioso proprio perché come sostiene Alexandre Dumas padre, “Il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare”.