Che cos’è l’ipocondria?
Possiamo definire l’ipocondria come l’eccessiva e infondata preoccupazione per la propria salute, la paura costante di contrarre una malattia che porta quindi la persona ad interpretare ogni segnale e sintomo del suo corpo come conferma della gravità della malattia presunta.
Essa rappresenta una dei disturbi in maggiore crescita degli ultimi decenni.
Tutti noi abbiamo paura delle malattie e questo è normale, così come normale risulta essere l’ansia per la salute come reazione a una malattia grave. Avere una giusta attenzione al nostro corpo e alla nostra salute risulta quindi funzionale per una vita serena e felice. Il problema si verifica quando la paura diventa terrore, quando la paura di aver contratto una malattia grave immobilizza la persona, la limita togliendole ad uno a uno i piacere delle quotidianità e della propria esistenza.
Paura di una malattia o paura delle malattie?
Chi soffre di ipocondria (o disturbo da ansia di malattia come definito nel DSM-5) non ha il terrore di contrarre una malattia specifica. La sua paura oscilla tra una patologia e l’altra. L’ipocondria in un certo qual modo può essere definita una problematica non monotona nel senso che la persona teme di contrarre diverse malattie a seconda dei sintomi corporei di volta in volta percepiti e del modo in cui essi vengono interpretati.
La sua caratteristica principale è quindi proprio la mutevolezza del focus della paura.
La persona si lamenta dei sintomi che avverte non a causa della sofferenza fisica (dolori acuti, spasmi, etc.) ma a causa delle potenziali conseguenze che deriverebbero in termini di malattie a esso associate.
Principali malattie temute
i sintomi su cui la persona si concentra possono riguardare singole zone del corpo o singole patologie specifiche. Le malattie che sono maggiormente oggetto di preoccupazione di chi soffre di ipocondria sono:
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tumori
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malattie virali o batteriche (HIV, COVID, EBOLA)
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malattie cardiovascolari (ICTUS)
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malattie autoimmuni (SCLEROSI MULTIPLA, leucemia)
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malattie sconosciute
Come si comporta una persona ipocondriaca
La caratteristica che contraddistingue una persona ipocondriaca è l’eccessiva ed estenuante attenzione alle proprie sensazioni corporee, un ascolto senza fine di tutti i segnali fisici che vengono quindi letti come “segni” della grave malattia.
La ricerca attenta dei segnali del corpo diventa un continuo ascolto mentale che porta ad un controllo comportamentale. La persona diventa come “una marionetta rotta con gli occhi rivolti all’interno” .
Il risultato finale di tale processo è che qualsiasi analisi e rilevazione genera uno stato di forte preoccupazione emotiva innescando una serie di atroci dubbi di natura catastrofica. Il dubbio innesca nella persona quel processo attraverso il quale essa crea, immagina e prevede i più tetri scenari di malattia, di atroci sofferenze, di morte e dolore. Le generazioni di dubbi e gli scenari innescati da essi vengono alimentati a loro volta dal rilevamento di alterazioni corporee creando una sorta di circolo vizioso, di circolarità patologica che va a confermare le percezioni iniziali della persona.
La persona ipocondriaca che cade in questo vortice disfunzionale tra la sua percezione e la sua reazione, mette in atto una serie di modalità e azioni caratteristiche:
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rassicurazione medico diagnostica: La persona si sottopone a continue visite specialistiche nel tentativo di dipanare il dubbio catastrofico proprio della sua patologia. Le visite specialistiche, i consulti medici, gli esami strumentali rischiano di diventare una vera e propria ricerca compulsiva. Inoltre più la persona riceve dai medici e dagli esami diagnostici esiti negativi e più si convince che il suo male è così oscuro e subdolo per cui gli esami non sono stati sufficienti e si rende necessario farne di nuovi;
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Ricercare informazioni e consulenza online attraverso internet: La ricerca spasmodica di rassicurazioni diagnostiche trova voce anche attraverso internet. La persona si informa, consulta e ricerca informazioni online imbattendosi in una miriade di informazioni a volte senza nessuna base scientifica e andando solo ad alimentare il seme del dubbio catastrofico;
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parlare sempre del proprio malessere: La persona tende a lamentarsi del proprio disagio in maniera costante, la paura di ammalarsi o l’aggiornamento dei propri sintomi fisici diventa l’argomento unico delle diverse conversazioni. Questo alla lunga porta un effetto controproducente andando ad alimentare il disturbo stesso e la sua radice;
Alcune strategie di intervento
Gli interventi che possono permettere alla persona ipocondriaca di allentare la tensione della morsa in cui si trova sono per lo più mirati a “rompere” quei comportamenti precedentemente elencati che danno alla persona l’illusoria idea di alleviare le proprie preoccupazioni ma che in realtà contribuiscono a rafforzare il legame disfunzionale e patologico che mette in relazione la persona con il suo malessere.
Un esempio di prescrizione terapeutica atta a rompere uno di questi legami disfunzionali (nello specifico il costante controllo e ascolto del proprio corpo) è il “check up ipocondriaco”. Il terapeuta prescrive al paziente di auto-monitorarsi durante la giornata (il numero di volte dipende dai casi) e di annotare ogni volta i sintomi percepiti e le possibili malattie associate a tali sintomi. In tal modo la persona si riappropria di un controllo volontario e funzionale, smettendo di essere preda dell’ossessione; inoltre, la ricerca deliberata dei segnali di malattia negli appuntamenti prefissati e con le modalità prescritte, annullerà le sensazioni spaventose che quei segnali procuravano portando la persona anche ad avere difficoltà a trovare i segnali stessi…
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